Settembre è uno di quei tardo giovani di oggi, gli dai quarant’anni ben portati quando ne ha quarantasette e sai che fra un paio di mesi andrà per i settanta, ben portati anche quelli, ma un po’ più stanchi. meno energici. ancora ribaldo eh, ci mancherebbe, ancora un po’ cretino, fanfarone e capace di follie, ma la sua pelle abbronzata ed i suoi occhi schiariti dal sole adesso lui lo sa, che nascondono un segreto. settembre è il bambino da otto mesi nella pancia della sua mamma, il dito sul campanello quando è già appoggiato ma non ha ancora schiacciato un suono irreparabile e definitivo, il martedì di una settimana che ieri sembrava eterna e domani sembrerà in procinto di terminare sul suo sabato, come i tre botti finali di uno spettacolo di fuochi di artificio. settembre è sia l’inizio sia la fine, solo entrambi abilmente truccati da non definitivi.
settembre è sergioendrigo e io che amo solo te, un sorriso che potrebbe virare verso una lacrima o viceversa, la malinconia quando fa sorridere e la voglia di innamorarti quando sai che innamorato non lo sei, ma potresti esserlo – o esserlo stato – e forse lo sarai. settembre é il desiderio di perdersi, ritrovandosi negli occhi di qualcuno che non sia lo specchio.
settembre è la sensazione che tutto quello che è stato possa essere cambiato, forse, o tutto quello che hai pensato di poter fare e non l’avevi fatto, beh, adesso sì, che potresti e puoi. settembre sarà mica quello che pensiamo possa sembrare la speranza?
settembre sono i capelli della bambina che toccano la cartella, ci ballano sopra a sfioro perché lei saltella, più che camminare verso ciò che non conosce. settembre sono le foglie che non muoiono più come un tempo, ma sono ancora più variamente colorate di quelle delle cartoline appese nelle classi; sono le coppie meno probabili che si tengono per mano, quelle che inevitabilmente comprendono un segreto, piccolo o grande che sia.settembre é la possibilità, che un po’ devi mollare qualcosina, per averla.
settembre è il giorno dopo il tuo compleanno anche se compi gli anni in giugno, é il sette gennaio di un anno nuovo su cui non conti poi granché, ma che rimane comunque un anno tutto da scrivere ancora, per cui c’ha dentro, endemica, la speranza. quando ti guardi negli occhi dopo una prima gragnuola di baci, quell’attimo prima di sorridere e poi parlare, quello è settembre.
settembre è un sanluca di sera, quando davvero sta facendo buio alle otto e gran parte dei pensieri che camminano veloci insieme alle tue gambe scattanti sono ancora accaldati, mentre qualcuno di loro ha già le maniche lunghe per giocare di anticipo. settembre è la corsa in motorino che sembra finire – che va a sfinire – così giri più parossistica la manopola del gas, sperando di arrivare a consumarla tutta, la maledetta benedetta benzina nel serbatoio!
settembre è uno che è tornato quando lo sapevi, che sarebbe tornato, per cui l’assenza non hai fatto in tempo a godertela come si deve, né hai maturato di concedergli la massima onorificenza possibile, quella del rimpianto.
e poi, settembre arriva che prima c’avevi dell’altro da fare, piuttosto che pensare a lui che tornava, figuriamoci aspettarlo.